Rimani
senza accendere – la lampada. Ma gli occhi
fa
che assorbano a fondo – le tenebre; poi lascia
che
i tuoi capelli cupi – rovescino, pesante,
la
mollezza dell’onda – sopra i baci silenti.
Entrambi
siamo stanchi, – entrambi. Ed anche i cieli
c’illusero,
assolati. – ci ferisce la luce.
Culliamo
voluttuosi – la nostra debolezza
nel
mare della sera – amabile ma triste.
Estasi
lenta, sonno – convulso e senza sogni,
flusso
luttuoso avvolge, - quindi svolge e prolunga
i
tuoi capelli dove – la mia fronte è sepolta…
Tramonto
ricusato – con odio dalla vita,
quale
fiumana scorre – di letargica quiete
e
d’oblio nella chioma – folta dei vespri afflitti!
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