Avventuroso e osceno,
divertente e disperato, sboccato e insieme lirico. Factotum, il
romanzo che ha rivelato Bukowski al pubblico italiano, è
innanzitutto e soprattutto un romanzo “on the road”, e Henry
Chinaski, l'alter ego dell'autore, ne è il suo protagonista
assoluto. Un factotum appunto – nel senso che passa
indifferentemente da un mestiere all'altro – che attraversa
l'America vivendo alla giornata, affidandosi all'improvvisazione e
al caso, pronto a seguire il primo richiamo ma fedele a un destino
che si trasforma in uno stile di vita fatto di lavori manuali,
sesso intenso e sfrontato, sbornie quotidiane: un'esistenza in cui
“randagità” e precarietà rimano prepotentemente con libertà e
verità.
NOTE A MARGINE
49 | Quando bevi, il mondo è sempre là fuori che ti aspetta, ma per un po' almeno non ti prende alla gola. |
RECENSIONE
Henry Chinaski è il protagonista
assoluto del romanzo, nonché l'alterego dell'autore.
Le donne compagne di Chinaski sono due
su tutte: Laura e Jan; quelle con cui ha delle relazioni più lunghe
e che condividono la sua randagia vita.
Henry vorrebbe più di ogni altra cosa
scrivere e per questo invia in continuazione racconti su racconti a
tutte le riviste e i giornali di sua conoscenza. Ma non si ha mai la
sensazione che la letteratura possa davvero essere lo sfogo di una
esistenza senza un minimo di progettualità e futuro.
Il pensiero di Chinaski, che è alla
fine quello di Bukowski, rispecchia sicuramente un'epoca, una
generazione, un modo di vivere borderline così come lo sono stati
gli scrittori della BEAT GENERATION qualche decennio più avanti.
Il protagonista è appunto un factotum
nel senso che passa indifferentemente da un lavoro all'altro che si
affida all'improvvisazione e al caso.
Un'esistenza in cui randagità e
precarietà rimano con libertà e verità: racconta quel che vive
senza peli sulla lingua anche se alla fine sembra avere letto solo
una serie di lavori e nulla più, ma è solo un'impressione
superficiale.
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