Romanzo
d'esordio di un giovanissimo scrittore, "La solitudine dei
numeri primi" è stato uno dei più eclatanti casi letterari
degli ultimi anni: cresciuto grazie all'entusiastico passa parola
dei lettori, il libro ha incontrato il plauso della critica ed è
arrivato a conquistare molti premi, tra cui il principale
riconoscimento letterario italiano, lo Strega.
Al centro
della storia – e di una narrazione che corre tesa verso il finale
e brucia per le sue implicazioni emotive – le vite speciali di
Alice e Mattia, entrambe segnate da un episodio traumatico accaduto
nell'infanzia: un marchio a fuoco che li accompagna, insieme allo
sguardo dell'autore, attraverso l'adolescenza, la giovinezza, l'età
adulta. I loro destini si incrociano e i due ragazzi si scoprono
strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri
speciali, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero.
NOTE A
MARGINE
75
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Mattia lo faceva apposta a essere così silenzioso
in ogni suo movimento. Sapeva che il disordine del mondo non può
che aumentare, che il rumore di fondo crescerà fino a coprire
ogni segnale coerente, ma era convinto che misurando attentamente
ogni suo gesto avrebbe avuto meno colpa di questo lento
disfacimento.
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117
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Gli anni del liceo erano stati una ferita aperta,
che a Mattia e Alice era sembrata così profonda da non potersi
mai rimarginare. C'erano passati attraverso in apnea, lui
rifiutando il mondo e lei sentendosi rifiutata dal mondo, e si
erano accorti che non faceva poi una grande differenza. Si erano
costruiti un'amicizia difettosa e asimmetrica, fatta di lunghe
assenze e di molto silenzio, uno spazio vuoto e pulito in cui
entrambi potevano tornare a respirare.
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129
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I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e
per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell'infinita serie dei
numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là
rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per
questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in
quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero
rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre
volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere
come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo
non ne fossero capaci. Il secondo pensiero lo sfiorava soprattutto
la sera, nell'intrecciarsi caotico di immagini che precede il
sonno, quando la mente è troppo debole per raccontarsi delle
bugie. In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i
numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici
li chiamano i "primi gemelli": sono coppie di numeri
primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perchè tra loro
vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per
davvero. Numeri come l'11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il
43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che
queste coppie via via si diradano. Ci si imbatte in numeri primi
sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e
cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento
angosciante che le coppie incontrate fino a lì fosse un fatto
accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi,
proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più
voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli,
avvinghiati stretti l'uno all'altro. Tra i matematici è
convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne
saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finchè
non li si scopre. Mattia pensava che lui e Alice erano così, due
primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per
sfiorarsi davvero.
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152
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...ma quando era con lei sembrava che valesse la
pena di fare tutte le cose normali che le persone normali fanno.
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192
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....le mancanze si assomigliano un po' tutte.
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251
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...l'amore di chi non amiamo si deposita sulla
superficie e da lì evapora in fretta.
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RECENSIONE
Il romanzo
d’esordio di Paolo Giordano parla di due solitudini
programmaticamente inconciliabili: non esistono numeri primi
contigui, al massimo vi sono i numeri primi gemelli: “coppie di
numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra
loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per
davvero”. In una metafora questa è la vita di Alice e Mattia,
entrambi segnati in modo speculare da un trauma infantile.
La cosa che più colpisce nel libro è la totale assenza del tempo e del luogo. Il primo è confinato a puro trascorrere, emarginato negli anni inseriti tra parentesi all’inizio delle sette (numero primo) parti che compongono l’opera. I luoghi sono una materia amorfa, una cristallografia ai raggi X darebbe un risultato desolante. La città è Torino ma potrebbe essere una qualsiasi altra città. Quando si parla di un altro luogo questo diventa un’Università del Nord Europa.
La cosa che più colpisce nel libro è la totale assenza del tempo e del luogo. Il primo è confinato a puro trascorrere, emarginato negli anni inseriti tra parentesi all’inizio delle sette (numero primo) parti che compongono l’opera. I luoghi sono una materia amorfa, una cristallografia ai raggi X darebbe un risultato desolante. La città è Torino ma potrebbe essere una qualsiasi altra città. Quando si parla di un altro luogo questo diventa un’Università del Nord Europa.
Il perché
del titolo viene spiegato benissimo e senza l'aggiunta di altre
parole dallo stesso Mattia a pag.129.
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