Ventiquattro
racconti che ci conducono verso il nucleo più profondo della
poetica di Murakami, dove piccoli fatti, all'apparenza
insignificanti, rivelano universi sconosciuti eppure stranamente,
magicamente famigliari.
<<Murakami
dimostra di avere un talento vigoroso e genuino. Nei casi migliori
narra storie che si conficcano nel nostro cervello come schegge
roventi e ci restano.>>
“The New
York Review of Books”
NOTE A
MARGINE
33
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...una persona, qualunque cosa desideri, per
quanto faccia, non potrà mai diventare altro che se stessa.
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40
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La morte di un giovane di ventotto anni è triste
come la pioggia d'inverno.
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RECENSIONE
Scritti e pubblicati in
Giappone nell'arco di oltre un ventennio, i racconti che compongono
questa raccolta ci offrono, nell'estrema varietà di ispirazione,
lunghezza e stile che li caratterizza, un affascinante campionario
delle tematiche e delle atmosfere che troviamo nei grandi romanzi di
Murakami.
Dalla leggerezza di brevi
episodi come Il tuffetto e
Splendore e decadenza delle ciambelle a cono, condotti
sul filo della comicità e dell'assurdo, passiamo alla nostalgica,
eppure lucida rievocazione di ricordi autobiografici nel racconto Il
folclore dei nostri tempi e in
quello che da il titolo al volume I salici ciechi e la
donna addormentata, entrambi
basati sull'esperienza giovanile dei mitici anni Sessanta.
L'angoscia
di scoprire sotto l'apparente trasporto verso qualcuno un senso di
repulsione ispira Granchi, mentre
I gatti antropofagi
porta alla luce l'angoscia dell'uomo che per scelta ha dato alla sua
vita una svolta irreversibile, rinunciando a tutto ciò che aveva
creduto di amare. Altrove (Lo specchio, Storia di una zia
povera, Nausea 1979, L'uomo di ghiaccio) troviamo
l'irruzione del fantastico nella vita quotidiana – uno dei
capisaldi della poetica di Murakami – mentre ne Il
settimo uomo il tema dell'errore
di gioventù che condiziona, e rovina, la vita intera di una persona,
è introdotto da una di quelle visioni folgoranti con cui lo
scrittore sa rappresentare l'orrore di una tragedia. La solitudine
dell'individuo – altro leitmotiv murakamiano – è il sentimento
che ispira Tony Takitani, La lucciola, Hanalei bai,
mentre a chiudere la raccolta troviamo una di quelle storie assurde e
ironiche, La scimmia di Shinagawa, con
cui lo scrittore giapponese ama mettere in ridicolo l'autorità
costituita e smantellare i luoghi comuni.
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