<3 GRAZIE A CHIUNQUE PASSA E LASCIA UN SEGNO DI SE' <3

domenica 18 marzo 2012

Il Grande Boh! - Jovanotti 1998



I MURI

a me I muri non mi sono mai piaciuti
o meglio
non mi sono piaciuti nella funzione
per la quale sono stati costruiti
da chi li ha costruiti
mi piacciono i muri
da arrampicarcisi
da farci dei disegni
da farci una pisciata
da farci rimbalzare la palla
io sono cresciuto
in mezzo alla strada
questo non per intenerirvi
ma perché tra le mura
ci si sta
al massimo per dormire
poi è bello
stare fuori
all'aria aperta
tra la gente
rischiando di morire
ma grazie a dio
anche di vivere.

TUTTO PARLA

le sedie parlano
le porte parlano
gli ascensori parlano
i denti finti parlano
gli alberi parlano
le scarpe parlano
le onde parlano
i capelli parlano
le tivù spente parlano
le unghie parlano
il pisello parla
le valigie parlano
gli odori parlano
i fiori parlano
i passi parlano
i pazzi ascoltano.

BARBUDOS

la barba nella sierra si sporcava di fango
i contadini offrivano un rifugio all'ombra di alberi di mango
ricordi di tango
sfumati sopra ritmi di guinea
e il mondo che sbiancava al passaggio di un'idea barbuta
e piena d'amore
la gioia era più forte di qualsiasi inevitabile dolore
la barba cresceva
si faceva più folta
e come una foresta dava un'aria popolare a una faccia un po' colta
di studenti ribelli
che chiamavano compagni
quelli che un altro barbuto chiamava fratelli e sorelle
e quando le stelle
rimasero celate dal soffitto di un ufficio
e quando le barbe
divennero l'annuncio di un nuovo sacrificio
il popolo gridò
che barba!!!
ma il senso cambiò
che barba!
che barba!
qualcuno gridò.

ESSERE BIT

un giorno parlando con una specie di saggio-guru, comunque un uomo carismatico e interessante, lui mi faceva riflettere sulla mia “ricerca” di libertà convincendomi che la condizione di “non libertà” è congenita all'uomo in quanto non potremmo mai essere liberi dal nostro corpo. Questa prigione che noi abitiamo è il principio e la fine della nostra libertà. Possiamo imbiancarla, trattarla bene, sporcarla e maltrattarla ma comunque è lì che dobbiamo vivere. E fino a qui mi sembra un bel discorso. Riflettevo poi sui muri portanti di questo nostro edificio-prigione e tra questi ci mettevo un nome e cognome, con tutto quello che queste due parole contengono: faccia, altezza, padre, madre, pelle, gusto, occhi ecc. fino all'inesorabile giorno, mese e anno di nascita che ti colloca lì e di lì non puoi scappare. Fino ad oggi tutto questo è stato quello che è stato, e lo sappiamo tutti, è stato il mondo, la storia. In fondo la storia del mondo è la storia dei suoi miliardi di miliardi di nomi e cognomi, di facce e numero di scarpe che si sono succeduti fino a qui. Ma oggi sta succedendo qualcosa e questo è grazie o “per colpa” (non è importante in questa sede stabilirlo) della Rete. La Rete può eliminare tutto questo, nella Rete ogni nome può essere uno pseudonimo, o addirittura il nome di un gruppo di venti persone che decidono di chiamarsi John Ballerino, nella Rete non c'è notte e non c'è giorno, non c'è alto e non c'è basso, non c'è corpo e non c'è calligrafia, c'è solo il bit che viaggia e che prende la forma che gli vogliamo dare. Che ne dite? Mi sembra, al di là di ogni giudizio, una cosa molto importante. Che fa riflettere.

SENZA TITOLO

se l'universo è musica
il mondo è lo spartito
io sono una melodia
e la famiglia è l'armonia
sopra alla quale si sviluppa il tema
è lì la chiave di
ogni mio problema
non c'è melodia senza armonia
non c'è ritmica senza tempo
e se la canzone
in fondo
è un artificio
se la melodia
e l'armonia
e la ritmica
sono invenzioni
il suono non lo è
il suono è universo
è fatta di suono
è fatta di suono
la melodia
la ritmica
l'armonia
capire l'armonia
starci dentro
per venirne fuori
come una melodia
che per ogni successione armonica
ci possono essere milioni di melodie
diverse.

D'AMORE

dolce tranquillità
di una notte di città
di un accordo di chitarra
che accarezza l'aria
e si posa su di te
come una piuma
suggerisce alla mia bocca
di baciarti
e siamo soli
eternamente
guardandoci
a luci spente

quello che noi si fa
chiamalo libertà
è puro come il crescere del grano
tutta nella mia mano
come una mela rossa
nuotando
dentro al tempo che non passa
e siamo soli
eternamente
guardandoci
a luci spente

M'ILLUMINO D'IMMENSO

io quella poesia non l'ho mai capita, non Perché non fosse bella, anzi, lì l'autore ha avuto una grande idea, se non altro di fare quella poesia tascabile, che tutti la potessero imparare subito, proprio tutti. Ma non è detto che tutti potessero viverla, io per primo in quanto la mattina non mi sono mai illuminato d'immenso, anzi. Ho sbadigliato, ho maledetto la svegliatomi ho mandato affanculo chiunque fosse nel raggio di trenta metri dal basso del mio pessimo umore di quando mi devo svegliare presto, che per me può poter dire anche mezzogiorno, ma non mi sono mai illuminato d'immenso. O forse l'ho fatto qualche volta, ma è avvenuto al termine della notte, quando spuntava l'alba, che non è la mattina, ma tutta un'altra cosa, per me l'alba non è l'inizio del giorno ma la fine della notte e scusate la sottigliezza ma c'è una bella differenza.
Ho pure scritto un pezzo che si intitola gente della notte proprio per mettere le mani avanti, per dire ragazzi non rompetemi i coglioni per nessun motivo prima delle due del pomeriggio. Tante volte ho dovuto svegliarmi presto, prendere treni autobus taxi, e sempre dal vetro ho osservato il panorama di fronte a me trovandolo assurdo, gente che alle nove di mattina era lì speditissima verso qualcosa, uomini vestiti di tutto punto che sfogliavano il giornale come se capissero perfettamente quello che stavano leggendo. Donne con bambini che aspettavano al semaforo lo scattare del verde per attraversare quasi con uno scatto da olimpiadi. Probabilmente, pensavo, tutti loro si illuminano d'immenso ma io sono rincoglionito e sono qui solo Perché dovevo per forza svegliarmi a quest'ora Perché il mio mondo come l'hanno costruito tratta di nottambuli come una minoranza da schiacciare che non ha a disposizione uffici per fare i documenti nel pomeriggio o altre cose che si potrebbero benissimo fare alle sei di sera e invece bisogna farle per forza alle dieci di mattina sennò crolla il sistema. Ho praticamente rimosso come un trauma infantile tutti i giorni in cui per andare a scuola dovevo prendere l'autobus affollatissimi in ore assurde o peggio ancora un anno di fottuto militare con sveglia alle sei e mezza. Poi ho anche sviluppato una teoria antimattina. La teoria è così formulata: di mattina il mondo è popolato di tutte quelle categorie che sono palesemente contro lo scorrere della vita: militari, amministratori di palazzi, politici, burocrati di ogni specie, e questo dona all'aria una brutta energia e per neutralizzarla l'unico modo è starsene a letto, solo così se ne e resterà fuori di te. La teoria si sa che non è la pratica ma rimane un modo per giustificare i propri comportamenti. Poi stamattina mi sono alzato alle nove, non avevo più sonno, mi sono svegliato senza niente da fare, mi sono alzato, lo stimolo della cacca era lì come un simpatico amico al quale è piacevole non dire di no, la finestra lasciava entrare un venticello niente male e poi ho guardato la mia ragazza che era già lì sveglia che prendeva il sole sdraiata sul tetto della casa come un gatto e allora ho capito il successo di quella poesia. È il sonno che rende tutto negativo. Quando si è svegli la realtà non può farti niente, anzi il mondo può anche essere un luogo veramente meraviglioso al di là dell'ora, e l'universo può arrivare a illuminarti di immenso, cosa difficile da spiegare a parole, ma si sa che le parole sono limitate mentre la poesia non lo è, anche se è fatta di parole. Strana cosa questa, ma vera.

UN PULLMAN NEL DESERTO

che ci fa un pullman
nel deserto
tra l'Egitto e il medio oriente
un pullman con le luci accese
e l'interno vuoto?
Si ferma
sale qualcuno
sono 2 umani
riparte
lo seguo
dalla finestra della mia camera
con l'aria condizionata
come qualcosa
che ho perduto...
...un'occasione

NON POSSO LASCIARLA BIANCA QUESTA PAGINA

non posso lasciarla bianca questa pagina
ti ho acceso computer credendo che accendendoti avrei avuto qualcosa da scrivere
com'è che si dice
fare di necessità virtù
che poi non c'entra niente
in fondo non c'è necessità che io scriva niente
di conseguenza quale virtù potrebbe esserci
neanche a dire che sto sprecando carta
perché sto sprecando tempo
ma cosa potrei fare di meglio in una notte milanese
così
telefonare a qualcuno
mangiarmi qualcosa nel frigo
maurizio costanzo show
boh!
L'ombra del grande boh
cala su di me e come una mano mi stringe proprio in questo punto
qui
fare della respirazione yoga
concentrare la mente sulla parete della narice
seguire l'aria che entra nel corpo
arriva fino alla bocca dello stomaco
e la rilassa
la massaggia
e via così
scacciare il grande boh
trasformandolo in grande sì o in un grande no
non si può
forse tuffandosi nel grande boh
prenderlo di petto
farselo amico
scrivere di lui
descriverne i confini
cercare i suoi confini
come cercare i confini della notte
il punto in cui la notte diventa alba
il punto esatto
come quando sei su un aereo sopra l'oceano
e dal finestrino guardando avanti
la notte
guardando indietro
la luce
e prendere coscienza di stare sopra una palla
con un lampadone che ne illumina sempre metà
e mentre da una parte è buio e si dorme
dall'altra è giorno
e ci sono delle cose da fare
adesso sei piena di segi
pagina ex bianca
ti salvo col nome
boh

L'OCEANO ATLANTICO TI ARRIVA IN FACCIA

l'oceano atlantico ti arriva in faccia
dietro a una curva
ti arriva in faccia
grigio come metallo
freddo come coltello
caldo come mantello
come l'abbraccio
di tuo fratello
come un arrivo
come una partenza
come dolcezza
come violenza
ti arriva in faccia
come la vita
con i suoi petali di margherita
onda...m'ama
onda...non m'ama
onda...m'ama
onda...non m'ama

LASCIA STARE I MIEI SOGNI

lascia stare i miei sogni capito?
Non chiedermi niente
non so spiegarli
né interpretarli
non sono mica un dottore io!
Che ne so che vuol dire sogno
di fare l'amore
o di nuotare in un mare con onde troppo grandi
e troppo alte
correnti troppo forti
o se segno di litigare con il mio migliore amico
o di scoprire un'ala della mia casa che
non sapevo nemmeno che esisteva
e infatti nella realtà non esiste
e invece nel sogno è lì
e mi accorgo che non ha il tetto
è tutto in ordine
ma non c'è il tetto
ho sognato di scrivere un pezzo con i beatles
loro erano lì intorno a me
e nasceva questa canzone stupenda e semplicissima
e io suonavo la chitarra e le mie dita si muovevano
come non si sanno muovere
e io pensavo
“devo ricordarmi di questo pezzo per quando mi sveglio”
“devo assolutamente ricordarmelo e appena sono sveglio me lo registro”
e poi mi sono svegliato
e ho dimenticato la canzone
anche se so che un giorno la ritroverò
Perché tanto è lì dentro di me
non può scappare
deve essere lì da qualche parte
non mi interessa che qualcuno sappia o voglia
spiegarmi
che significa se sogno di andare a fregene
con un motorino con una busta della spesa mezza vuota
e poi intingo i piedi nell'acqua e un grooooooosso pesce
(tipo tonno di pinocchio per intenderci, tipo il signor tonno)
mi gira intorno
e io me ne vado
ricordandomi di aver lasciato il motorino senza catena
e arrivo nel bel mezzo di una manifestazione
e poi dritto fino a casa mia
che è la casa della mia nonna ma ci vive mia zia
e poi bob dylan mi prende sotto braccio
e mi dice in italiano
il numero uno è beck
pensa che cazzo di sogno
e non sto qui a dirti gli altri
e quelli che non ricordo
che poi sono di sicuro i migliori


CITAZIONI VARIE DEL LIBRO

Il viaggiatore trova la sua casa nel muoversi,la mobilità è il suo equilibrio, il muoversi è il suo modo di essere radicato.

Il deserto è un posto che annulla il pensiero. Il tempo si adegua allo spazio e lo spazio è senza fine, senza punti di riferimento, è aria e luce.

Certe esperienze hanno bisogno di decantare nell'anima o chissà dove prima di poter prendere la forma di parole o comunque di espressione.

La maschera non è ciò che nasconde un'identità, ma ciò che la rivela.

Assurdo come qui da noi uno che può pagarsi le cure vive e uno che non può muore. È importante analizzare sempre e continuamente i nostri pensieri, e ancora di più tenere sott'occhio tutto ciò che appare normale, è lì che spesso si nasconde l'orrore.

L'Islam è affascinante,come questo vento secco che ti graffia la faccia ma che poi quando ti abitui diventa una carezza.

Forse viaggiare è un modo per trasfigurare la vita.
Il mondo vissuto come striscia d'asfalto trasforma una faccia in una scultura nella memoria.

Il sistema economico che regola il pianeta è un fottutissimo inganno che ci sta portando alla catastrofe.

Vorrei fermare il mondo all'imbrunire quando c'è il sole che accenna a scomparire e gli uomini tornan da lavorare quella mezz'ora lì con l'aria fresca quando sul Niger tornan le piroghe e lungo il Tevere tacciono le auto e la mia nonna guarda dal balcone come ogni sera di questa stagione.

Timbuctù. L'inedita sensazione di trovarsi dentro a una città fantasma. Una città con un passato ricco e un presente morto, con gli abitanti che se ne vanno, le rotte turistiche che la evitano, e la sabbia del Sahara che avanza ogni giorno di più, e che un giorno la ricoprirà e rimarranno solo delle mezze rovine di fango secco.

Quando si viaggia non si ha a che fare con la realtà, il viaggio è la forma più antica di realtà virtuale.

Difficile come un rapporto umano.

Tra tutte le arti la danza è la più incredibile, è l'unica della quale non resta niente, è l'unica che vive solo nel tempo che avviene, che non lascia suoni, non lascia colori, è la negazione della storia in quanto avviene nel momento in cui avviene e non lascia nessuna testimonianza di sé, è la gioia di un gelato, il piacere di un soffio di vento che accarezza la faccia. Per questo vorrei essere un ballerino, per non avere passato né futuro, per vivere nel movimento, per vivere la trasformazione senza sentirne il peso, per volare.

Ho scoperto il segreto degli occhi dei Tuareg: la distanza. Nel deserto lo sguardo non incontra ostacoli, è sempre rivolto “oltre”. Vivere con lo sguardo che non incontra ostacoli, che impara a riconoscere una palma “sentendola” oltre l'orizzonte, ti cambia fisicamente. I tuareg come tutti i popoli nomadi della terra, sono perseguitati dai governi dei paesi tra i quali si muovono, del resto fa paura questa gente che con lo sguardo supera i confini, anzi non li vede proprio. Mi ricordo che da bambino, quando studiavo le geografia e vedevo quelle righe rosse sui libri, pensavo che ci fossero davvero, magari segnate per terra a dividere gli stati proprio come sulla cartina politica. Poi ho scoperto che non c'erano, e il mio sguardo si è fatto un po' più “tuareg”.

Città del Messico è bella, è dura, è sofferente, è divertente, è pesante pesante e leggera leggera, un secondo ti sembra il posto dove vorresti vivere e un secondo dopo c'è un ferito per terra con la bocca spaccata e qualcuno che scappa e diventa il posto dal quale bisogna fuggire. Comunque per uno che vive un po' di contraddizioni con le quali ancora non ha deciso di fare i conti questa è una città che ti accoglie come un dolce caldo utero e ti culla con una canzoncina che fa “yo non soy marinero soy capitan, soy capitan, soy capitan”. Qui nessuno si sente marinero, qui ci vivono ventitrè milioni di capitanos, ognuno sulla sua barchetta quasi sempre alla deriva.

Da noi arriva il caffè che paghiamo cento e quel caffè è coltivato da gente che per quel caffè riceve uno, i novantanove che rimangono vanno nelle tasche di gente che il chicco di caffè non lo ha neanche toccato. Questa da noi si chiama globalizzazione, nelle campagne dell'America Latina si chiama morte.

Un bimbo che chiede l'elemosina è l'avvenimento più grave che può accadere sulla superficie di questo pianeta, non riesco a pagare con una monetina il mio diritto a voltarmi da un'altra parte, preferisco rubarmelo e sentirmi una merda.

Il più grande degli errori commessi nel tentativo di realizzare l'utopia dell'uguaglianza sociale sia stato proprio di credere che l'uguaglianza sociale potesse essere di per sé il mezzo e il fine di ogni comportamento, e che l'unico metro di misura del valore di un uomo fosse il suo essere comunista, essere un buono o cattivo comunista.

Gli apparati rigidi uccidono l'uomo e finiscono per generare apatia e morte.

Quando si entra in un Mc Donald's a diecimila chilometri di distanza da casa si ha un senso di “casa”.

Il movimento “è” in quanto movimento ritmico.

Atene: palazzi, smog, suoni folk, dance music banale e asfalto circondano una collinetta di pietre piene di memoria.

La cosa più difficile è essere a mezz'aria ed esserlo per giunta senza averlo scelto, senza un nemico da combattere o un fatturato da raddoppiare, senza un'idea da inseguire o un partito da sostenere, senza neanche una squadra di calcio da andare a urlargli dietro qualcosa.

Tempo libero. Il più grande spauracchio dell'uomo moderno. Tempo libero. Cos'hai di tanto terribile?

Ti amo talmente tanto che voglio stare insieme a te fino a quando vivrò e per dimostrarti quanto ti amo firmo questo foglio così se un giorno ti dovessi deludere mi puoi sputtanare davanti a tutti, e poi sono così contento di volerti bene che voglio rendere partecipi tutti i imiei amici e parenti di questa gioia con una festa.

La pena di morte è ciò che rende l'uomo la presenza più indegna del creato.

Chi comanda non ha mai il piacere che la gente comunichi, la comunicazione è il peggior nemico di chi vuole imporre un sistema di valori in quanto la comunicazione rende liberi e la libertà di espressione è la negazione del potere inteso come sopraffazione.

La libertà non può essere un privilegio di pochi.

Io non sono uno che capisce l'arte,ma sono uno che la ama moltissimo, non la so spiegare, non la so criticare ma mi lascio colpire.

La biennale di Venezia è un posto di tentativi, un posto di viaggi iniziati, di domande senza risposta e di risposte a domande che non ci facciamo mai.

La matematica è una grande scienza che trascende la realtà e la trasfigura e la rappresenta proprio come la poesia.

La creatività si muove bene legata ai vincoli, svincolare vuol dire complicarsi la vita, ma complicarsi la vita si sa che è uno stimolo eccezionale e io credo che la creatività viva di un equilibrio tra vincoli e stimoli.

Quando uno è giovane ha più sensibilità verso le cose sincere, non è ancora complice del “sistema” e allora ne sente la puzza, mentre crescendo comincia a ingannare se stesso e allora si ritrova a suo agio laddove c'è inganno, c'è menzogna, è talmente immerso nella puzza da non sentirla più.

L'evoluzione passa attraverso porte strette e poi chi lo sa se sono le porte giuste? Probabilmente sono le uniche.

Gli oggetti sono prolungamenti di noi, tracciano punti degli spostamenti della nostra vita, oggetti che lasciamo in giro quasi a segnare il territorio.

Esistono mille mondi e un solo mondo, mille periferie di nessun centro. Ci capita di credere che la nostra sia una realtà e che ne esistano altre dove i nostri sogni potrebbero realizzarsi, le nostre malattie guarire, le nostre pene finire e poi ci accorgiamo che dalle altre parti non è diverso e che i nostri sogni se non li realizziamo qui non ci servirà portarli su un altro pianeta, è qui che dobbiamo curarci, è qui che dobbiamo trovare il nostro equilibrio e poi andare in giro per lo spazio infinito sarà un gioco da ragazzi.

Vale sempre la pena fare cose senza senso.

Milano è una città fatta apposta per apparecchiarti nottate tristi e malinconiche.

La neve, non puoi mai sapere che ne sarà di lei quando arriverà il sole sarà ancora neve?

Oggi decidere da che parte stare non vuol dire decidere se essere per Prodi o per Berlusconi ma se essere per l'uomo o contro l'uomo.

Il turismo ha ucciso il viaggio.

Adesso avrei proprio bisogno del mio amore, che mi facesse un'insalata mega delle sue e poi stretti stretti sul divano con la sua faccia che si incastra perfetta come un Lego tra il mio mento e il mio petto e le gambe che si intrecciano e il caldino che ci si fa stando così appiccicati.

L'importante è poter vivere con niente cosicchè vivere con molto sembri sempre un gioco.

Uno è attratto dai posti in fondo al mondo Perché pensa che lì potrà trovare quello che è in fondo a sé stesso.

Più il viaggio si avvicina alla meta prefissata più la destinazione finale si sposta.

Il viaggio non è l'arrivo ma il percorso.

Il mondo, nel diventare luogo del turismo globale, si sta trasformando in un immenso “non luogo”.

Si viaggia sempre in avanti nella misura in cui si procede a ritroso dentro la propria esperienza umana.

L'evoluzione consiste nella creazione continua di nuove condizioni di equilibrio dovute a precedenti squilibri creati in natura dall'uomo o da chi ne fa le veci, per questo la parola evoluzione può non essere quella giusta, ma purtroppo quella che esprime il significato di questa cosa che succede non esiste nel linguaggio parlato degli umani.

...e sono disordinato, disordinato, disordinate nelle azioni, nei ricordi, nei pensieri, nei sentimenti, nell'alimentazione, nella sintassi, negli orari, nella vita...

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