L'Iliade di Omero continua a cantare
dal fondo dei secoli. Canta cinquantun giorni dell'ultimo anno di
una guerra che porta, dopo un decennio, alla conquista e alla
distruzione della città di Troia.
Canta dei, uomini ed eroi, memorabili
nell'ira e nell'ambizione, nell'audacia e nell'astuzia, nella
vendetta e nella pietà, dentro i confini di un eterno campo di
battaglia. Guidato dall'idea di adattare il testo per una lettura
pubblica, Alessandro Baricco rilegge e riscrive l'Iliade di Omero
come se dovessimo tornare là a Omero, nell'Iliade, a contemplare
uno dei più maestosi paesaggi del nostro destino.
Lavorando sulla traduzione di Maria
Grazia Ciani, monta il materiale originario in un concentrato di
ventun voci (l'ultima quella di Demòdoco, un aedo che, sulla
scorta dell'Odissea e di altre fonti, narra la fine di Troia); i
personaggi omerici sono chiamati in scena – gli dei lasciati sullo
sfondo – a raccontare, con voce vicinissima alla nostra, la loro
storia di passioni e di sangue, la loro grande guerra, la loro
grande avventura.
NOTE A MARGINE
8 |
Togliere gli dei all'Iliade non è probabilmente un buon
sistema per comprendere la civiltà omerica: ma mi sembra un
ottimo sistema per recuperare quella storia riportandola
nell'orbita delle narrazioni a noi contemporanee. Come diceva
Lukàcs: il romanzo è l'epopea del mondo disertato dagli dei. |
introduzione di Baricco |
19 |
La guerra è un'ossessione dei vecchi, che mandano i giovani a
combatterla. |
Tersite |
29 |
Elena |
tutto il capitolo di Elena |
51 |
Lasciami andare a casa, piuttosto, perchè voglio vedere la mia
sposa, e mio figlio: la mia famiglia. I Troiani combattono,
laggiù, mi aspettano, ma io voglio ancora passare da loro, voglio
vederli: perchè davvero non so se mai tornerò un'altra volta
qui, vivo, primo che gli Achei mi uccidano. |
Ettore |
51 |
La tua forza sarà la tua rovina |
Andromaca |
52 |
Ettore, se io ti perdo, morire sarà meglio che rimanere viva:
perché non ci sarà conforto per me, solo dolore. . .. Ettore, tu
mi sei padre, e madre, e fratello, e sei il mio sposo... |
Andromaca |
52 |
e se immagino quel giorno non è il dolore dei troiani, che
immagino, nè quello di mio padre, di mia madre, o dei miei
fratelli, caduti nella polvere uccisi dai nemici. io quando
immagino quel giorno vedo te....... ...possa io morire prima di
saperti schiava. Possa io essere sotto terra prima di dover udire
le tue grida.. |
Ettore |
53 |
al destino nessun uomo, una volta che è nato, può sfuggire.
|
Ettore |
58 |
i giovani hanno un'idea vecchia della guerra. Onore, bellezza,
eroismo |
Nestore |
61 |
anche la guerra obbedisce alla notte |
Nestore |
68 |
Le preghiere sono figlie di Zeus, sono zoppe, guerce e rugose,
ma si affannano a seguire le orme dei nostri errori per cercare di
porvi rimedio |
Fenice |
101 |
Ricordatevi di me, e dimenticate il mio destino |
Ettore |
162 |
il compito di un vero pacifismo dovrebbe essere non tanto
demonizzare all'eccesso la guerra, quanto capire che solo quando
saremo capaci di un'altra bellezza potremo fare a meno di quella
che la guerra da sempre ci offre. Costruire un'altra bellezza è
forse l'unica strada verso una pace vera... ...Poter cambiare il
proprio destino senza doversi impossessare di quello di un altro. |
postilla sulla guerra |
RECENSIONE
Per poter comprendere a pieno questo
libro, secondo me, bisogna avere abbastanza chiara la storia in sé e
soprattutto sapere se chi parla in quel momento è troiano o acheo.
Non avendo un narratore esterno, ma
trovandoci di fronte a dei dialoghi tra personaggi e a delle vedute
in prima persona bisogna riuscire a distinguere i troiani dai greci,
altrimenti si rischia di fare confusione.
Le voci che si susseguono sono 21 e ci
raccontano la storia secondo il loro punto di vista, ma sempre
seguendo l'ordine cronologico.
La parte più commovente è la parte di
Ettore e Andromaca quando si danno il loro ultimo saluto, ma anche la
parte di Elena è molto bella.
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