Un'incontenibile
insofferenza agli avvertimenti astiosi dei professori e alle
prediche di genitori barricati di fronte alla televisione,
l'orrore di sacrificare un presente libero e felice per un futuro
da piccoloborghese addestrato a dire si,ma soprattutto una
disperata energia nel pedalare su per i tornanti che dal centro
di Bologna portano alla collina dove abita una ragazza diversa da
ogni altra. Questo è il "vecchio" Alex,
diciassettenne tenero e incazzato, inquieto e romantico, che
in rotta con una società miope e appagata, allo studio di
Catullo preferisce il sincero furore di Clash e Sex Pistols.
Nel volgere
di una primavera cruciale, Alex smette i panni dello studente
docile e volenteroso e scopre il fascino leggiadro di Aidi, ma
anche lo stupore di riconoscere in Martino, idolo tossico del
liceo Caimani, il suo stesso irresistibile istinto a ribellarsi e a
togliersi di mezzo. E di farlo alla maniera del chitarrista
Frusciante, senza grandi gesti, voltando le spalle a tutti in nome di
una singolare ma umanissima richiesta di autenticità.
Lascia
stupefatti la capacità di Brizzi di fondere ironia e rabbia in una
storia fresca e intensa, divenuta lettura di culto di un'intera
generazione perchè sa raccontare, con voce nuova e senza filtri, gli
smarrimenti e gli ardori che da sempre nutrono l'adolescenza.
NOTE A
MARGINE
9
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...e in quei giorni il cielo di Bologna era
espressivo come un blocco di ghisa sorda...
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29
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Perchè lei ha un altro passato, un altro
alfabeto, altre rime la fanno sorridere.
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42
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Dall'archivio magnetico del Signor Alex D. Alla
fine, l'equilibrio interiore non è da cercare. Forse ce l'abbiamo
già, e più ci muoviamo o agitiamo o altro, e più ce ne
allontaniamo. Il fatto è che a parlare di equilibrio interiore mi
sento un povero stronzo. Mi sembra uno di quei termini che usano
nelle sedute di psicoanalisi liberatoria collettiva o nei rifugi
per donne violentate. Okay. Tutto mi dice di essere forte,
determinato negli scopi, capace di andare avanti nella Vita, ma se
uno sente che è arrivato il momento di cambiare un po' rotta o
anche solo il bisogno di fermarsi a ragionare sul serio per
proprio conto? Voglio dire: e i cazzi di sette e mezzo in latino,
per esempio, che da semplici strumenti sono diventati una specie
di fine ultimo?... Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per
strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di
strappare un buon lavoro che a sua volta mi consenta di strappare
abbastanza soldi per strappare una qualche cavolo di serenità
tutta guerreggiata e ferita e massacrata dagli sforzi inauditi per
raggiungerla. Cioè, uno dei fini ultimi è questa cavolo di
serenità martoriata. Il ragionamento è così. Non ci vuole un
genio. E allora, perchè dovrei sacrificare i momenti di serenità
che mi vengono incontro spontaneamente lungo la strada? Perchè
dovrei buttarli in un pozzo, se fanno parte anche loro del fine a
cui tendere? Se un pomeriggio posso andare a suonare o uscire con
una ragazza che mi piace, perchè cavolo devo starmene in casa a
trascrivere le versioni dal traduttore o far finta di leggere il
sunto di filosofia? La realtà è che mi trovo costretto a
sacrificare il me diciassettenne felice di oggi pomeriggio a un
eventuale me stesso calvo o sovrappeso, cinquantenne soddisfatto,
che apre la porta del garage col comando a distanza e dentro c'ha
una bella macchina, una moglie che probabilmente gli fa le corna
con il commercialista e due figli gemelli con i capelli a
caschetto identici in tutto ai bambini nazisti della kinders.
Tutti dentro il garage, magari, no. Diciamo più o meno intorno.
Cioè, circondato. Dunque la domanda è: un orrore di queste
proporzioni vale più del sole e del gelato di oggi pomeriggio?
Più di qualunque ragazza? Più di Valentina che arrivava
sorridendo all'appuntamento con diedi minuti di ritardo e una
maglietta blu con dentro quel ben di Dio sorprendente?
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84
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...e mi sento il personaggio di un libro che non
mi piace...
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118
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Perchè la gente non capisce, e non è nemmeno che
facciano apposta: proprio non ci arrivano e basta.
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150
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Questo è il mio piccolo mondo felice, liceo
ginnasio Caimani di Bologna, dove intreccio rapporti più o meno
amichevoli, compro merenda, si controlla il mio grado di
omologazione. Questo è il pollaio in cui mi insegnano a
interagire con i miei simili. A stare nel gruppo, a non alzare la
testa. E poi c'è lei, c'è Aidi, per cui non basta nessuna
canzone, nessuna definizione, per cui spero che oggi Dio non
faccia piovere.
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180
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Se desiderate essere accanto a qualcuno che amate,
forse non ci siete già?
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RECENSIONE
Un libro cult
degli anni '90. Magari non tecnicamente stupendo, con uno stile un
po' confuso, qualche parola in disuso ma almeno è sincero. Questa
era ed è tuttora la vera adolescenza...(cit.) altro che
3MetriSopraIlCielo!
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