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mercoledì 29 luglio 2015

Il corso prematrimoniale - 11° e utlimo incontro

Eccoci arrivati alla fine del corso prematrimoniale. Dopo quasi un mese e mezzo di lezioni l'ultimo incontro è il ritiro spirituale.
In questa giornata tutte le coppie che hanno partecipato al corso si trovano in una sala della parrocchia o dell'oratorio e tutti insieme effettuano ulteriori e "ultime" riflessioni sul corso e sul matrimonio cristiano, poi un pranzo in cui tutti hanno portato un qualcosa da condividere e infine la messa e il ritiro degli attestati.

Questo il momento di riflessione

Cristiano e Cristiana: la verità dell'amore (Ef 5)


La Bibbia si apre sulla storia dell'uomo, Adamo, e della donna, Eva, di cui si dice che saranno una sola carne. Il verbo saranno lascia intuire che l'essere uno dei due si compirà nel futuro. Per scoprire quale sia il futuro in cui l'amore coniugale trova il suo compimento si deve giungere in prossimità dell'altro capo della Bibbia, dove la predizione degli inizi viene ripresa e definitivamente svelata: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!
Il mistero dell'amore umano, di cui ogni epoca dice tutto quanto si possa immaginare senza mai riuscire a dirne il tutto, viene intrecciato indissolubilmente con l'amore di Cristo per la Chiesa. L'amore umano s'illumina della luce dell'amore cristiano; non solo, l'amore umano vive nella misura in cui si alimenta dell'amore cristiano. E' consuetudine immaginare che l'amore tra uomo e donna non abbia bisogno di nessun aggettivo. L'esperienza insegna che l'amore conosce tuttavia innumerevoli sfumature e molteplici gradi: non tutti gli amori sono uguali e, secondo un desiderio anche diffuso, i cuori non cercano semplicemente l'amore ma l'amore "vero". L'amore di una coppia di cristiani non è l'amore genericamente umano, ma un amore che assume la totalità dell'amore annunciato e vissuto da Gesù. Come ha amato Gesù? quale tipo di amore ha vissuto?  L'evangelista Giovanni, giungendo al momento culminane del suo racconto, lo indica in modo tanto breve quanto profondo: Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
L'espressione sino alla fine è carica di un duplice significato: l'amore di Gesù è senza fine, per sempre; l'amore di Gesù è sino alla fine, fino al gesto supremo e insuperabile di dare la vita per gli altri.
Volendo distinguere i colori dell'amore cristiano, come si fa per un enigma con la luce solare, se ne potrebbero individuare quattro: l'amore cristiano è TOTALE, UNICO, ETERNO e FECONDO. L'amore cristiano è anzitutto TOTALE. Cristo amò i suoi dando per loro e a loro tutta la sua stessa vita. Gli sposi cristiani si amano l'un l'altro con tutto se stessi: corpo e anima, carne e spirito. L'amore matrimoniale dei cristiani poi è UNICO. Volere appartenere all'altro totalmente significa non essere di nessun altro. Ci saranno anche altri nella vita di un coniuge, ma così come il proprio marito, così come la propria moglie non ci sarà nessuno. Un altro nome dell'amore per dire che l'amore matrimoniale è unico è dire che è FEDELE. Cristo non ha mai ritirato il suo amore, anche a fronte del tradimento. Gli sposi cristiani promettono fedeltà senza riserve. L'amore cristiano è dunque PER SEMPRE. La fedeltà si distende nel tempo. Gesù ha amato i suoi fino alla fine. Due sposi cristiani si amano in ogni tempo e senza tempo.Il loro amore non è a termine, ma indissolubile. L'amore cristiano è infine FECONDO. L'amore è incontenibile, non può non esprimersi. L'unione matrimoniale esprime per eccellenza questa fecondità dell'amore, immediatamente nelle espressioni d'amore dell'uno per l'altro e in modo del tutto speciale nella generazione dei figli. Nei figli, l'amore dei due cammina e continua oltre loro stessi. I figli sono il futuro dell'amore dei due. Gesù ha dato la vita ai suoi perchè vivessero senza fine.Gli sposi cvristiani danno la vita ai figli affinchè l'amore che li unisce non abbia fine.

La sfida dell'amore "per sempre"

...e prometto di esserti fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita: la promessa dell'amore eterno nella stagioni primaverili o invernali dell'amore di coppia, sta all'inizio  del matrimonio. Il tempo che segue questa promessa è il tempo in cui il desiderio è chiamato a diventare realtà.
Ma il tempo che segue il giorno delle nozze conosce, insieme al buon grano, anche semi di zizzania: la promessa dell'amore per sempre può presentare le crepe del dissolvimento. Le tante crisi coniugali finiscono in separazione e divorzio sono la prova che le crepe finiscono per far crollare anche i matrimoni più solidi. Non resta che arrendersi all'instabilità del matrimonio? Si deve, al contrario, negare che l'amore indissolubile comporti fatiche? Come comportarsi quando si avverte qualche sinistro scricchiolio nella propria vita matrimoniale? Si può solo temere il peggio oppure si può sperare di trovare desiderio di realizzare il per sempre promesso agli inizi? La parabola che segue intende riaccendere la speranza.

Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?" E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che vuole fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettandosi a terra, lo supplicava "Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa." Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: "Paga quel che devi!". Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito." Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.Visto quel che accedeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo mavagio, io ti ho condonato tutto il tuo debito perchè mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?". E sdegnato il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finchè non gli avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello." (Mt 18,21-35)

Nel mezzo della parabola, un servo impone all'altro il pagamento del debito. Così talvolta avviene nel bel mezzo della vita matrimoniale, allorquando sorgono i conflitti e l'amore degli inizi è messo alla prova. I conflitti sono di diversa tonalità emotiva e diversamente si manifestano: c'è l'ira che esplode evidente nella violenza verbale e persino fisica; c'è il rancore che cova in segreto la vendetta; c'è il lamento continuo che considera l'altro un errore ormai commesso, il male inevitabile; c'è la delusione rispetto a quello che si immaginava del matrimonio.

Il debito reciproco

Alla radice del conflitto c'è un debito. Questo debito - lascia intendere il Vangelo - è reale. Il creditore non sta falsando i conti: l'altro effettivamente gli deve qualcosa. Il Vangelo illumina la vita matrimoniale, e rivela che la situazione dei coniugi non è quella di perfetta parità: capita che l'uno sia in debito nei confronti dell'altro. Ciò invita a non cadere in un certo idealismo che immagina il rapporto di coppia come un patto al riparo da ogni ingiustizia. L'illusione ideale, scontrandosi prima o poi con la vita reale, si trasformerà allora in delusione e frustrazione. La parabole invita a non negare il debito, ma a riconoscerlo. Il matrimonio è sotto un certo aspetto un debito che i due coniugi contraggono nei confronti dell'altro: l'altro è in debito della mia vita. IO prometto di dare a lui la mia vita: l'altro, per mia libera scelta, ha diritto sulla mia vita. Questo debito reciproco, assunto per amore, deve fare i conti con i limiti, l'immaturità, le resistenze, le crisi, i peccati che i due, in quanto persone umane, portano nella loro vita.

Il debito non onorato

Quando l'altro, invece che vivere come ha promesso, non corrisponde al debito d'amore che liberamente ha scelto, cosa capita? Una possibilità - come si è detto - è il sorgere del conflitto. Il criterio della relazione diviene quello di legge da osservare: patti chiari e matrimonio lungo. La trasgressione del patto matrimoniale non si riduce a quella dell'adulterio, ma comprende innumerevoli sfumature meno appariscenti, ma non per questo meno insidiose. Prima che un atto manifesto, l'adulterio è realtà che germina nel cuore. Prima che relazione con l'amante, l'adulterio è disaffezione verso il coniuge.

Il credito condonato

Ad ogni coniuge può capitare di essere a credito nei confronti dell'altro. La parabola invita chiaramente a non impugnare il proprio credito come un'arma per condannare l'altro. Chi è in credito non solo è invitato a non pretendere il pagamento, ma addirittura gli è richiesto di condonare il debito. 
Prima di affrontare l'obiezione che immediatamente può sorgere "ma allora, se uno deve sempre perdonare, l'altro può trasgredire come e quando vuole, tanto sarà sempre perdonato..." consideriamo il vantaggio dovuto al superamento del puro criterio dell'osservanza dei patti. Il servo insolvente viene buttato in prigione, o addirittura potrebbe essere venduto, cioè ridotto in schiavitù insieme alla moglie, ai figli e ai suoi beni. Questo è l'esatto contrario della logica che il matrimonio intende promuovere: vale a dire lo scioglimento di ogni legame di schiavitù per vivere nella libertà reciproca, porsi oltre la logica della legge per vivere l'amore. La condanna del coniuge debitore si ripercuote sul coniuge in credito: la fine dell'alleanza matrimoniale priva entrambi dell'amore. Se nella barca si è aperte una falla, è inutile e che stupido rinfacciare all'altro la colpa. E' certamente più saggio e utile mettersi insieme al lavoro per ripararla. L'alternativa è che si finisca entrambi affogati.

Le esigenze del perdono

I GESTI DELL'AMORE SONO GESTI DELLA GRATUITA'. 
La massima gratuità è quella del perdono, la forma per eccellenza dell'amore. Nel perdono la gratuità risplende senza possibili ambiguità.
Il perdono non è perdonismo, ovvero chiusura non di uno ma di entrambi gli occhi, ma possibilità concessa all'altro affinchè, conoscendo la gratuità dell'amore, possa pagare il debito amoroso che ha liberamente contratto.
Marito e moglie possono trasformarsi nel servo che afferra l'altro per gola, con proposito di soffocarlo. Marito e moglie possono però essere l'un per l'altra il padrone che, pur avendo tutte le ragioni dalla sua parte, perdona per amore. Così facendo essi consentono al Signore di manifestarsi nella propria vita di coppia come colui che da la forza di perdonare e che perdona. Nel perdono scambiato tra i coniugi è infatti all'opera l'amore divino.
Per togliere ogni ombra di dubbio al fatto, che il perdono sia la legittimazione dell'ingiustizia, non si dimentichi che la sorte riservata al servo malvagio è di finire in mano agli aguzzini. Il perdono è in vista della ritrovata comunione matrimoniale. Laddove un coniuge non avesse alcuna intenzione di riconoscere il debito che ha contratto, ma giocasse ambiguamente sulla bontà dell'altro, magari pretendendo di essere perdonato in nome del Vangelo, l'altro coniuge non dovrà essere tanto ingenuo da cadere in una logica che, invece di favorire la responsabilità, diviene complice dell'irresponsabilità altrui.

La grazia del perdono

Come si potrà perdonare? Dove trovare la forza del perdono, non solo nei primi sette giorni di matrimonio e neanche nei primi sette mesi o sette anni, ma sempre?
Il perdono è un gesto di grazia, è gratis. Senza la  grazia del perdono è uno sforzo sovrumano o, al massimo, un obbligo a cui piegare il capo per via del comandamento di Gesù.
La grazia del perdono non è reperibile che come dono dello Spirito Santo. Il perdono coniugale, cemento dell'amore indissolubile, è dono dello Spirito. Dio è in debito dell'amore nei confronti dei coniugi: a lui essi possono attingere sempre, senza temere di esaurirne le riserve.
Quando dunque non si è capaci di perdonare, "la giusta risposta non è lo devi fare quindi sforzati, ma Cristo ti ha ottenuto dal Padre il grande perdono: attingi in quello la forza per esercitare il tuo piccolo perdono". Solo in questa prospettiva il comandamento cristiano del perdono viene sottratto alla banalizzazione moralistica e conserva il suo carattere di evangelo, di lieto annunzio. Solo così il perdono può essere annunciato come credibile impegno per i coniugi: gratuitamente avete ricevuto il perdono, gratuitamente perdonate.


A presto ALi
PS. Tutto ciò che leggerete sul corso prematrimoniale non sono cose inventate da me o opinioni personali, ma è la copia esatta delle schede che ci hanno consegnato durante il nostro percorso.

mercoledì 15 luglio 2015

Il corso prematrimoniale - 10° incontro

Decimo e penultimo incontro

INCONTRO SUL COMPORTAMENTO MORALE CRISTIANO DELLA COPPIA
La fusione delle anime è mille votle più difficile della fusione dei metalli. Non nasce in un'ora il vero amore, nè da scintille a comando sulla pietra. NAsce invece, lento e si propaga dopo una lunga complicità che lo rafforza. Solo così diventa invulnerabile alla noia e agli abbandoni.

IL COMPORTAMENTO MORALE CRISTIANO DELLA COPPIA

Il termine "morale" dice norma da seguire. Qual è il senso della libertà? 
- una libertà senza meta, senza uno scopo rimane vuota
- non tutto quanto la coscienza suggerisce è buono: occorre formare la coscienza.

1. Direttive

A. se il matrimonio è una realtà di amore, cioè un sacramento di amore , allora tutto quello che non è amore non va bene (lo definiamo male o peccato). Quindi l'egoismo, le pretese, le imposizioni, rabbie, incomprensioni, freddezze, rotture, gelosie, pigrizia, mancanza di dialogo...
B. se è tipico dell'amore coniugale la fedeltà, allora ogni mancanza di fedeltà non va bene, è male. Sguardi pensieri desideri...tradimenti. C'è comunque da distinguere bene tra "sentire" e "acconsentire".
C. se è tipico dell'amore coniugale il "per sempre", allora ogni rottura colpevole del legame indissolubile del matrimonio non va bene, è male. Su questo punto del divorzio l'insegnamento della Chiesa è preciso. E' il fallimento di un valore. Qualcuno può dire:  ma se il sentimento tra due coniugi non c'è più, come si fa a ricostruirlo? Cominciamo a valutare perchè non c'è più, se prima c'era. Quali le responsabilità? Non è saggio lavorare perchè questo legame rimanga saldo e siano prevenuti eventuali ostacoli? Si investe molto per la casa materiale, perchè sia bella, duri, resista...E per la relazione personale, perchè duri per sempre cosa si investe? Per conoscersi, migliorare il carattere, per il dialogo, accettare le famiglie di provenienza... che cosa si investe?
D. se è tipico dell'amore coniugale l'aspetto unitivo tra i due coniugi, atto non disgiungibile da quello fecondativo, allora come ci stiamo preparando alla maternità e paternità responsabile?

2. Maternità e paternità responsabile

- Occorre discernimento
- E c'è un cammino

A. che cosa significa desiderare un figlio? è il figlio che genera la coppia o è la coppia che genera il figlio? (alcuni si sentono coppia dopo aver generato un figlio: non va!)
B. a chi appartiene un figlio?
C. Quanti figli?

3. Cammino graduale

Tutto questo va visato come un cammino progressivo da percorrere con costanza e determinazione in quanto non si resta fedeli, ma lo si diventa continuamente. Al di là della sfera istintiva e affettiva, nel rapporto di coppia occorrono responsabilità, fedeltà agli impegni presi, spirito di sacrificio. Le tensioni non mancheranno, ma il superamento è sempre possibile. Occorre coltivare il dialogo di coppia e portare in famiglia lo spirito delle beatitudini: umiltà, mitezza, misericordia, giusto rispetto delle diversità, volontà di pace. In questo cammino c'è la presenza e l'azione dello Spirito Santo donato il giorno del matrimonio e ridonato ogni giorno: rende capaci di vivere nella verità l'amore coniugale, perchè fa nascere e fa crescere dentro gli sposi lo stesso Signore Gesù.

4. Una regola d'oro

Occorre parlarsi e dialogare tra coniugi, confrontarsi sul proprio progetto di vita e sulle scelte che si intendono fare, cercare la confidenza su ogni evento, aiutarsi reciprocamente anche a pregare e a crescere nella fede. educarsi al significato e all'esperienza profondi dell'intimità sessuale nella logica del dono di sè senza riserve e contrastando ogni forma di appropriazione dell'altro, rendendolo strumento per i propri interessi.


A presto ALi
PS. Tutto ciò che leggerete sul corso prematrimoniale non sono cose inventate da me o opinioni personali, ma è la copia esatta delle schede che ci hanno consegnato durante il nostro percorso