Protagonista di Penelope alla Guerra,
primo romanzo di Oriana Fallaci, è Giovanna detta Giò,
promettente autrice di sceneggiature, inviata a New York da un
produttore cinematografico (il commendatore), alla fine degli anni
cinquanta. A chi le chiede quanto ci sia autobiografico in questa
storia, la Fallaci risponde: “I personaggi del mio libro sono
tutti immaginari e va da sé che in ciascuno di loro vi sia un poco
di me, che faccia loro dire cose che ho visto.” Giò va alla
scoperta dell'America, a trarre ispirazione per il soggetto di un
film. Il caso le fa ritrovare Richard, conosciuto durante la guerra
in Italia. Il rapporto con l'uomo si sviluppa in modo sfuggente,
complice la magia della città. I due si frequentano, si cercano e
forse si amano, anche se Richard sembra non poter fare a meno della
madre Florence e dell'amico Bill – più che amico? - da cui Giò è
inconsapevolmente attratta.
C'è spregiudicatezza nelle ambizioni
di questa giovane donna, ma non nelle sue scelte: incapace di
dormire in un letto a tre piazze torna in Italia. E la Giò che
lasciamo a chiusura di libro potrebbe essere la donna di Lettera a un
bambino mai nato: gli stessi dubbi e interrogativi, la stessa
disperata passione per la vita.
NOTE A MARGINE
15 | ..ci sono case che toccano il cielo. La sera, se allunghi una mano gratti la pancia alle stelle e, se non stai attenta, ti bruci le dita. |
73 | Ma le cose importanti come nascere amare e morire non guardano il tempo dell'orologio |
138 | Odio i fiori. Li considero verdura che puzza di morto. |
219 | Cosa succede di un sogno rimandato? Si dissecca come un chicco di uva al sole? |
RECENSIONE
Primo romanzo di Oriana Fallaci.
Alcune recensioni e quarte di copertina
dicono: “La
storia si svolge a New York ed è la storia di una Penelope che non
si rassegna al ruolo domestico di chi tesse la tela aspettando il
ritorno di Ulisse ma, Ulisse lei stessa, viaggia alla ricerca della
sua identità e della sua libertà.”
Ma siamo sicuri che questo sia ciò che
realmente accade?
Io non vedo in Giò una donna risoluta, ambiziosa, forte, vedo una ragazzina immatura sentimentalmente, legata ad un amore adolescenziale per un uomo (Richard) che fra l’altro crede morto e che ha visto per qualche ora e pronta a scappare se le cose non vanno.
Io non vedo in Giò una donna risoluta, ambiziosa, forte, vedo una ragazzina immatura sentimentalmente, legata ad un amore adolescenziale per un uomo (Richard) che fra l’altro crede morto e che ha visto per qualche ora e pronta a scappare se le cose non vanno.
Ulisse avrebbe affrontato la
situazione, non sarebbe scappato dalla guerra, è Penelope che appena
arrivano i Feaci si rinchiude in casa a tessere la tela. Quindi, per
come la vedo io Giò è si pensata come una Penelope, per la sua
parte più indifesa e femminile, ma non adatta alla guerra in quanto
non è in grado di combatterla.
Nel momento in cui Giò viene
catapultata nella sua nuova realtà dove avviene l'incontro con
Richard, non riesce più nemmeno a lavorare e si rivela la classica
donna sentimentale che erige ad unica ragione di vita la ricerca di
emozioni.
Quando scopre la dipendenza di Richard
dalla madre Florence e dall'amico – amico? - Bill decide di non
combattere, ma di tornare in Italia da Francesco che aveva messo da
parte per seguire il suo percorso lavorativo e amoroso.
Forse per il periodo in cui è stato
scritto era un libro innovativo, ma arrivati nel 2012 credo che sia
una semplice storia d'amore tra l'altro finita male.
??? << Ma la Giò
che lasciamo a chiusura di libro però potrebbe essere la stessa donna
di Lettera a un bambino mai nato
del 1975? >> ???
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