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venerdì 23 marzo 2012

Penelope alla guerra - Oriana Fallaci 1962


Protagonista di Penelope alla Guerra, primo romanzo di Oriana Fallaci, è Giovanna detta Giò, promettente autrice di sceneggiature, inviata a New York da un produttore cinematografico (il commendatore), alla fine degli anni cinquanta. A chi le chiede quanto ci sia autobiografico in questa storia, la Fallaci risponde: “I personaggi del mio libro sono tutti immaginari e va da sé che in ciascuno di loro vi sia un poco di me, che faccia loro dire cose che ho visto.” Giò va alla scoperta dell'America, a trarre ispirazione per il soggetto di un film. Il caso le fa ritrovare Richard, conosciuto durante la guerra in Italia. Il rapporto con l'uomo si sviluppa in modo sfuggente, complice la magia della città. I due si frequentano, si cercano e forse si amano, anche se Richard sembra non poter fare a meno della madre Florence e dell'amico Bill – più che amico? - da cui Giò è inconsapevolmente attratta.
C'è spregiudicatezza nelle ambizioni di questa giovane donna, ma non nelle sue scelte: incapace di dormire in un letto a tre piazze torna in Italia. E la Giò che lasciamo a chiusura di libro potrebbe essere la donna di Lettera a un bambino mai nato: gli stessi dubbi e interrogativi, la stessa disperata passione per la vita.

NOTE A MARGINE

15 ..ci sono case che toccano il cielo. La sera, se allunghi una mano gratti la pancia alle stelle e, se non stai attenta, ti bruci le dita.
73 Ma le cose importanti come nascere amare e morire non guardano il tempo dell'orologio
138 Odio i fiori. Li considero verdura che puzza di morto.
219 Cosa succede di un sogno rimandato? Si dissecca come un chicco di uva al sole?

RECENSIONE

Primo romanzo di Oriana Fallaci.
Alcune recensioni e quarte di copertina dicono: “La storia si svolge a New York ed è la storia di una Penelope che non si rassegna al ruolo domestico di chi tesse la tela aspettando il ritorno di Ulisse ma, Ulisse lei stessa, viaggia alla ricerca della sua identità e della sua libertà.”
Ma siamo sicuri che questo sia ciò che realmente accade?
Io non vedo in Giò una donna risoluta, ambiziosa, forte, vedo una ragazzina immatura sentimentalmente, legata ad un amore adolescenziale per un uomo (Richard) che fra l’altro crede morto e che ha visto per qualche ora e pronta a scappare se le cose non vanno.
Ulisse avrebbe affrontato la situazione, non sarebbe scappato dalla guerra, è Penelope che appena arrivano i Feaci si rinchiude in casa a tessere la tela. Quindi, per come la vedo io Giò è si pensata come una Penelope, per la sua parte più indifesa e femminile, ma non adatta alla guerra in quanto non è in grado di combatterla.
Nel momento in cui Giò viene catapultata nella sua nuova realtà dove avviene l'incontro con Richard, non riesce più nemmeno a lavorare e si rivela la classica donna sentimentale che erige ad unica ragione di vita la ricerca di emozioni.
Quando scopre la dipendenza di Richard dalla madre Florence e dall'amico – amico? - Bill decide di non combattere, ma di tornare in Italia da Francesco che aveva messo da parte per seguire il suo percorso lavorativo e amoroso.
Forse per il periodo in cui è stato scritto era un libro innovativo, ma arrivati nel 2012 credo che sia una semplice storia d'amore tra l'altro finita male.

??? << Ma la Giò che lasciamo a chiusura di libro però potrebbe essere la stessa donna di Lettera a un bambino mai nato del 1975? >> ???

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