<3 GRAZIE A CHIUNQUE PASSA E LASCIA UN SEGNO DI SE' <3

domenica 19 aprile 2015

Il corso prematrimoniale - 3° incontro

Dopo aver parlato di Vocazione e di Fede è arrivato il momento di parlare del Sacramento del matrimonio.

IL SACRAMENTO NUZIALE

Ef 5: "E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell'acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia nè ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno i doveri di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo da con la Chiesa, poichè siamo membra del suo corpo. Per questo l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito."

Al centro del testo sta dunque la relazione sponsale tra Cristo e la sua Chiesa. Nata dal mistero pasquale continuamente rinnovata da Cristo che le fa dono di se stesso per renderla santa, senza macchia e senza ruga e la nutre con la sua parola e il suo pane eucaristico, messa nella condizione di essere vera sposa di Cristo, cioè risposta alle sue attese. La vera sottomissione, o meglio subordinazione per essere fedeli al testo, sta nel lasciarsi amare da Cristo, mistero pasquale.

1. I sette sacramenti

I sacramenti sono il luogo nel quale la Chiesa è generata da Cristo e resa sposa di Cristo, ma sono anche il luogo nel quale Essa esprime davanti al mondo la sua fede in Cristo. I sacramenti non solo solamente gesti salvifici di Cristo, quasi fossero indipendenti dalle persone che li ricevono, ma sono doni di Cristo-Sposo alla sua Chiesa. Cristo stesso ha affidato questi doni alla sua Chiesa sposa, che celebrandoli e vivendoli compie una risposta feconda al suo sposo divino, per la salvezza del mondo.

2. Il sacramento nuziale

I sacramenti in generale e il matrimonio in particolare sono atti nei quali lo Sposo divino costituisce la Chiesa sposa, mediante il dono pasquale-eucaristico del suo Corpo, generandola, nutrendola, purificandola, santificandola nello spirito santo e coinvolgendola sponsalmente nella missione al suo seguito.
Sposarsi in chiesa è accogliere quel dono che diventa significato efficace per la coppia. Il sacramento nuziale degli sposi ha delle parole (Io accolgo te...) e una materia (l'amore reciproco). Quest'ultima riceve una trasformazione voluta e desiderata (nelle parole del consenso) e prodotta dallo spirito santo e sono il vincolo permanente e la grazia propria del sacramento delle nozze.

Il vincolo permanente

Il primo dono del matrimonio-sacramento è un legame particolare che rende gli sposi partecipi della nuzialità della stessa che unisce indissolubilmente Cristo e la Chiesa, costituendosi quale "garanzia" e "ragione" del dono stesso della grazie. "L'effetto primo e immediato" del sacramento è dunque il vincolo nuziale permanente, origine della comunione nuziale. Un vincolo realizzato una volta per sempre, come accadimento indistruttibile che fonda la relazione di amore degli sposi, iscrivendola nella continuità dell'amore del Figlio di Dio fatto Uomo e dell'amore crocifisso del Risorto, divenendo sorgente indistruttibile e sempre nuova della loro tenerezza nuziale. Tale è la roccia su cui si edifica la tenerezza nuziale e la possibilità di ri-innamorarsi ogni giorno, superando eventuali situazioni critiche o momentanei arresti.

La grazia del sacramento delle nozze come grazia trasfigurante

I due doni, vincolo e grazia, si richiamano a vicenda, anche se suppongono una specifica distinzione formale. Il primo dono non richiede, per sè, disposizioni particolari per essere attuato negli sposi, se non la validità dell'atto celebrativo; il secondo - come ogni sacramento ad eccezione del battesimo dei bambini e l'unzione degli infermi in alcuni casi - è ricevuto solo da coloro che non pongono ostacolo. Due sposi, ad esempio, possono celebrare validamente il loro matrimonio ed essere quindi consacrati per sempre con il vincolo nuziale, ma se sono in peccato mortale non ricevono la grazia, finchè non tolgano l'ostacolo ritornando alla grazia battesimale. Solo allora la grazia del sacramento nuziale rivivrà in loro e gli sposi potranno beneficiare delle grazie particolari connesse con il loro stato di vita. Il peccato tra gli sposi si insinua come deviazione della tenerezza, per farsi gelosia, ricatto, non rispetto, aggressività secondo lo stile della propria mascolinità o femminilità. L'esercizio del perdono soprattutto sacramentale consente di salvaguardare e incrementare l'amore degli sposi.
La grazia sacramentale del matrimonio-sacramento - una volta che non vi siano ostacoli che ne impediscano la recezione - rappresenta una grazia di consacrazione della relazione amante "io-tu" aperta al noi: una grazia che consacra l'uni-dualità maschile e femminile rendendola partecipe dell'uni-trinitarietà di Dio; con grazia che assume, dall'interno, la stessa relazione di amore dei due e la rende segno e partecipazione reale alla relazione amante Cristo- Chiesa. Ognuno dei due sposi, nell'atto sacramentale, è principio e termine del compiersi dell'evento nuziale del matrimonio: è principio dell'amore di Cristo che si dona alla Chiesa e termine dell'amore della Chiesa che accoglie Cristo e si lascia plasmare da Lui. In questo senso allora tra Sacramento.- Grazia - tenerezza si instaura un intreccio. Quale? Vediamo anzitutto i passaggi di questo intreccio per concludere con il suo senso o significato.

Reciprocità tra grazia nuziale e tenerezza degli sposi

I doni del sacramento delle nozze, vincolo permanente e grazia sacramentale, non possono essere compresi in termini giuridici, freddi o asettici. Nella misura stessa in cui il vincolo permanente trasforma la relazione di amore io-tu in sacramento e fonda l'unione consacrante soprannaturale dei due, e nella misura in cui la grazia nuziale trasforma interiormente la relazione di amore uomo-donna e la eleva a carità teologale, tra la grazia del sacramento delle nozze e la tenerezza degli sposi si pone un'intrinseca reciprocità e una vicendevole corrispondenza: da una parte è la grazia nuziale del sacramento che trasfigura la tenerezza degli sposi; dall'altra è la tenerezza degli sposi che attua il senso pieno della grazie del sacramento nuziale.

La grazia del sacramento come tenerezza

Soffio amante del Padre e del Figlio, lo Spirito è il "Maestro interiore" di questo cammino. E in effetti, non è possibile alcuna effettiva realizzazione del sacramento della coppia senza la forza dello Spirito Santo. E' lo Spirito Santo che fa sbocciare la carità sacerdotale dei mariti e la materna tenerezza delle mogli. Fonte costitutiva della Chiesa, la terza persona della Trinità è al tempo stesso sorgente inesauribile dell'affettività coniugale e forza redentrice che trasforma l'amore degli sposi in amore oblativo sul modello del Crocifisso.

La tenerezza come grazia del sacramento

La tenerezza degli sposi rappresenta il segno visibile e la via concreta della piena attuazione della grazia del sacramento nuziale. Tra le due dinamiche sussiste  una corrispondenza inseparabile, come tra anima e corpo: la grazia è l'anima, la tenerezza il corpo. Parimenti, se la grazia nuziale suppone la scelta della tenerezza amante degli sposi, essa non può pienamente realizzarsi senza grazia. Opportunamente il Nuovo Rito introduce lo scambio delle promesse nuziali la dizione: "Con la grazia di Cristo, prometto di", a sottolineare come i nubendi si impegnino l'un l'altro, si autoconsegnino con la totalità dei loro esseri, non confidando solo sulle proprie capacità, ma anzitutto sulla forza stessa che viene da Dio: la grazia battesimale  che li abilita a porre in essere un gesto sacramentale come gesto del Cristo-Sposo e della Chiesa-sua sposa, e la grazia sacramentale che il Kyrios stesso dispiega in loro favore e dispiegherà tutti i giorni della loro vita, se lo vorranno, e se opereranno per  realizzarne la valenza esistenziale.

Sacramentalità della tenerezza nuziale come polifonia di carezze

Il linguaggio in cui e grazie a cui la grazia della tenerezza si manifesta e si compie nella ferialità di vita degli sposi è il linguaggio delle carezze, un linguaggio che deve essere compreso bene, nel suo significato propriamente simbolico, oltre il dato solo materiale. La carezza è un messaggio di riconoscimento, ed è un atto fondamentale per potersi aprire all'unione dei cuori al perdono. Educarsi all'arte delle carezze è la via fondamentale per superare gli stati d'animo conflittuali che dividono o possono dividere gli sposi e ricreare un affetto in grado di rinascere di giorno in giorno. La "carezza" consente di superare le ferite che attanagliano e impediscono di guardare all'altro con benevolenza e perdono. Se sono ferito, ferirò a mia volta. E non basta, il linguaggio delle carezze - alla luce di quanto si è detto finora - non dev'essere inteso solo in un quadro antropologico, psico-pedagogico o  spirituale, ma teologico sacramentale.

La tenerezza di Dio nella tenerezza del coniuge

In forza dei doni soprannaturali (vincolo soprannaturale e grazia) che permeano in profondità la relazione amante degli sposi, la tenerezza tra gli sposi assume uno spessore propriamente sacramentale, facendosi forma decisiva e via per la costituzione della coppia come comunità della tenerezza di Dio- Trinità nella storia. Questo è anzitutto vero per la tenerezza degli sposi: in forza del sacramento celebrato e dell'essere "uno" nel Signore, il linguaggio delle carezze riveste tra loro un carattere di grazia che prolunga, manifesta e attua i doni stessi dei sacramenti, "indicandoli" nelle profondità della loro relazione di coppia e della quotidianità familiare. Non è un esagerazione teologica affermare che ogni carezza tra gli sposi rappresenta un'epifania della tenerezza di Cristo-Sposo per la Chiesa-Sposa e avvicina gli sposi all'Assoluto della tenerezza trinitaria. Ogni carezza nuziale è carica della carità stessa di Dio-Amore che ha uniti gli sposi.

La tenerezza nuziale: un linguaggio di eternità nel tempo

Il presupposto perchè tutto questo si realizzi risiede nel fatto che gli sposi siano consapevoli dei doni ricevuti, li facciano fruttificare in un'esperienza viva di tenerezza amante tra loro e la esprimano nel linguaggio delle carezze come linguaggio nasce dalla verità del cuore ed è vivificato dalla presenza dello Spirito. Quando le carezze sgorgano da questi sorgenti, includono in se stesse potenzialità di suscitare in coloro a cui sono rivolte uno sguardo di fiducia e di trasformarsi in grazia nel senso etimologico del termine: charis è "ciò che brilla"  e indica il fascino, la bellezza. Il termine grazia rimanda a grazioso e a gratuito, e suppone il senso di gratitudine per il dono divino offerto alla creatura umana. Le carezze tra gli sposi cristiani appartengono a questo ordine: manifestano l'estetica della grazia effusa su di loro, la sua bellezza radiosa e ene portano la gioia. In esse, è lo stesso Dio- Trinità che si dona. Come tali, le carezze nuziali sono un messaggio di eternità nel tempo: una lettere che l'infinito invia agli sposi per far loro la sua gioia trinitaria e incarnarla nel vissuto quotidiano.Le carezze degli sposi sono un segno della benedizione di Dio e un frammento di eternità nel tempo. Esse rappresentano la polifonia della tenerezza nuziale e il segno dei doni del sacramento. La gioia che gli sposi provano, con l'esperienza della tenerezza, oltre ad essere un dono per i figli conduce all'incontro riconoscente con l'Assoluto dell'Amore e li fa crescere nel "mistero grande" del sacramento.

Conclusione

Il significato e il valore di questo intreccio sta nella promessa che gli sposi intuiscono come possibilità di dare un senso pieno alla propria vita coniugale e un anticipo di una vita realizzata.


A presto ALi
PS. Tutto ciò che leggerete sul corso prematrimoniale non sono cose inventate da me o opinioni personali, ma è la copia esatta delle schede che ci hanno consegnato durante il nostro percorso.

giovedì 9 aprile 2015

Alice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio - Lewis Carroll

A oltre un secolo dalla sua pubblicazione, Alice, come romanzo e come personaggio, conserva ancora intatta tutta la sua freschezza, incantando non solo i più giovani ma anche gli adulti, che nel suo mondo meraviglioso scoprono un altro sé, pronto a sfidare ardui giochi linguistici, entusiasmanti trucchi psicologici, situazioni impossibili che mettono in discussione la realtà e svelano l'irresistibile fascino dell'assurdo. In un romanzo in cui la sospensione dell'incredulità è d'obbligo, il gusto del gioco non può essere dimenticato e va riscoperto con occhi che sappiano guardare al di là del consueto. Perché qui è l'essenza della vita, e forse tra i sogni segreti di tanti c'è proprio la tana di un coniglio bianco in cui perdersi, uno specchio al di là del quale riscoprire la bellezza della vita reale. È letteratura per ragazzi? È un libro da leggere punto e basta. 

NOTE A MARGINE

39          "Suvvia, non serve a nulla piangere così!", di disse Alice, bruscamente, "ti consiglio di smetterla subito!". In genere si dava degli ottimi consigli (anche se raramente li seguiva)

140        Senti la neve contro i vetri della finestra Kitty? Che suono morbido e dolce! Proprio come se qualcuno coprisse di baci i vetri dal di fuori.

RECENSIONE

Non so perchè non ho mai letto questo libro.... ma credo sia stato un errore non leggerlo da bambina.
Ovviamente se letto in lingua originale provocherebbe più sorrisi di quanto possa fare la traduzione in cui si perdono i veri giochi di parole scelti dall'autore ma ci si può benissimamente accontentare.
Alcuni punti non mi sono stati chiari da subito e altri rimangono comunque un mistero irrisolto, ma forse è proprio volontà dell'autore rimanere ambiguo e sul vago senza far ben comprendere dove si vuole andare a parare o forse è solo che essendo un libro "per bambini" da adulti siamo troppo "corrotti" per capire ciò che ad un bambino invece risulterebbe molto più chiaro.. senza dover dare spiegazioni logiche a tutto.
Il cartone animato di Walt Disney secondo me racchiude tutta la magia del libro, semplificato e razionalizzato.