<3 GRAZIE A CHIUNQUE PASSA E LASCIA UN SEGNO DI SE' <3

domenica 11 marzo 2012

Archiloco da Paro


Cuore, mio cuore...
 Archiloco


Cuore, mio cuore, turbato da affanni senza rimedio,
sorgi, difenditi, opponendo agli avversari
il petto; e negli scontri coi nemici poniti, saldo,
di fronte a loro; e non ti vantare davanti a tutti, se vinci;
vinto, non gemere, prostrato nella tua casa.
Ma gioisci delle gioie e soffri dei dolori
non troppo: apprendi la regola che gli uomini governa.


Tale una brama d'amore...
 Archiloco

Tale una brama d'amore, sotto il cuore avviluppatasi,
versò sugli occhi una densa nebbia,
e dal petto rapì i molli sensi.


Infelice, nel desiderio io giaccio
 Archiloco


Infelice, nel desiderio io giaccio,
senza vita, per volere degli dèi da dolori tremendi
trafitto nelle ossa.


Non amo un generale alto...
 Archiloco



Non amo un generale alto, che sta a gambe larghe,
fiero dei suoi riccioli e ben rasato.
Uno basso ne voglio, con le gambe storte,
ma ben saldo sui piedi, e pieno di coraggio.


Qualcuno dei Sai si vanta del mio scudo
 Archiloco


Qualcuno dei Sai si vanta del mio scudo, che presso un cespuglio
- arma gloriosa - lasciai non volendo.
Ma salvai la mia vita. Quello scudo, che importa?
Vada in malora. Un altro ne acquisterò, non meno bello.

    
Non v'è cosa che l'uomo non possa aspettarsi
 Archiloco

Non v'è cosa che l'uomo non possa aspettarsi, o negare giurando,
o che desti stupore, da che Zeus, il padre degli dèi nell'Olimpo,
fece notte nel mezzo del giorno, occultando la luce
al sole splendente. E una triste paura sugli uomini venne.
Tutto da allora è degno di fede, tutto dall'uomo può essere atteso:
nessuno di voi si stupisca, nemmeno se vede
le fiere scambiar coi delfini il pascolo marino,
e che ad esse le onde echeggianti del mare siano più gradite
della terra, così come ai delfini il monte boscoso.



Tali sono gli uomini che l'onda del mare sonante
 Archiloco


Nessuno dei cittadini, Pericle, biasimando
i lutti dolorosi, gioirà con banchetti, e neppure la città.
Tali sono gli uomini che l'onda del mare sonante
sommerse; e gonfio di pianto è il cuore
per la pena. Ma ai mali irrimediabili gli dèi,
o amico, diedero la virile sopportazione
come rimedio: ora uno, ora un altro ha questa sorte;
su di noi adesso si è volta, e piangiamo la ferita che sanguina.
Poi, di nuovo, toccherà ad altri. Ma presto, via,
allontanate il lutto femmineo, e sopportate.


Con la grande coppa vieni spesso tra i banchi
 Archiloco



Con la grande coppa vieni spesso tra i banchi
della nave veloce, e togli i tappi agli orci panciuti;
fino alla feccia spilla il vino rosso: noi,
in questa guardia, non potremo essere sobri.
...
Sul banco della nave sta la mia focaccia impastata; sul banco
della nave sta il vino d'Ismaro; disteso sul banco io bevo.


Nessun commento:

Posta un commento