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mercoledì 14 marzo 2012

Kafka sulla Spiaggia - Haruki Murakami 2002



Nakata è un vecchio che capisce la lingua dei gatti mentre Kafka è un quindicenne con la maturità di un adulto. Il primo fugge da un delitto sconvolgente, il secondo da una sconvolgente profezia. Inquietante, avvincente e visionario, Kafka sulla spiaggia, è il romanzo che consacra Murakami come uno dei più grandi narratori contemporanei.
Nelle parole di Giorgio Amitrano: “Kafka sulla spiaggia sembra scritto in risposta a un imperativo altrettanto misterioso e categorico, con rigorosa precisione di dettagli eppure al di fuori di ogni logica convenzionale, come obbedendo agli ordini dell'inconscio. Mentre ci addentriamo incantati nel suo labirinto e ci perdiamo nei vertiginosi meandri della vicenda, abbiamo l'impressione che Murakami stia scoprendo la storia insieme a noi, viaggiando sulle tracce di Kafka e di Nakata con la stessa nostra curiosità, stupore e sete di avventura. Si legge Kafka sulla spiaggia così come il suo autore deve averlo scritto: con la sensazione di entrare a occhi aperti in un sogno visionario e risonante di profezie, dove le scoperte e le rivelazioni si susseguono, ma il cuore più profondo resta segreto e inattingibile”.

NOTE A MARGINE

4 ma anche se vai più lontano che puoi, non è detto che riuscirai davvero a fuggire da qui. Secondo me è meglio non fare troppo affidamento sulla lontananza.
6 E naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta di sabbia. E' una tempesta metafisica e simbolica, lacera la carne come mille rasoi. Molte persone verseranno il loro sangue, e anche tu forse verserai il tuo. Sangue caldo e rosso. Che ti macchierà le mani. E'il tuo sangue, e anche il sangue degli altri. Poi quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscire vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro che sia finità per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.
24 ...gli incontri casuali sono importanti per la vita di ognuno.
42 ..è difficle per ogni essere umano vivere solo.
59 Sono al sicuro nel contenitore del mio io.
121 Le cose che non annoiano, stancano presto, mentre quelle apparentemente noiose non stancano mai.
143 In dreams begin responsabilities. (Yeats)
173 La felicità è sempre uguale, ma l'infelicità può avere infinite variazioni... La felicità è una fiaba, l'infelicità un romanzo. (Tolstoj)
296 Il puro presente è il processo impercettibile in cui il passato avanza divorando il futuro. A dire il vero, ogni percezione è già ricordo. (Bergson)
333 ...il bello della vita è che le cose non vanno come le vorresti tu.
367 Se tutti moriamo o ci perdiamo è perché il meccanismo del mondo si basa sull'estinzione e sulla perdita. Le esistenze di tutti noi non sono che immagini riflesse di questo principio. Il vento soffia. Ci sono venti impetuosi che spazzano via tutto, e venticelli leggeri che accarezzano. Ma ogni vento prima o poi si disperde e scompare. Il vento non ha sostanza. E' solo un modo per definire lo spostamento d'aria.
386 E' un labirinto. Tu conosci l'origine del labirinto? Scuoto la testa. - A quanto si sa, a ideare per primi i labirinti furono gli abitanti dell'antica Mesopotamia. Estraevano le interiora degli animali, e in alcuni casi probabilmente che anche quelle degli uomini, e in base alle loro forme predicevano il futuro. Avevano un'alta considerazione delle forme tortuose degli intestini. Perciò si ispirarono a esse nella costruzione del labirinto. Quindi si può dire che l'origine del labirinto è dentro di te. E che esso corrisponde al labirinto che esiste all'esterno. - Metaforicamente parlando. - Certo. E' una metafora speculare. Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te, e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno. Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te, finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore.
462 Il cuscino ha il profumo della luce del sole. E' un odore carico di nostalgia.
513 Il tempo grava su di te con il suo peso, come un antico sogno dai tanti significati. Tu continui a spostarti, tentando di venirne fuori. Forse non ce la farai, ad uscire dal tempo, nemmeno arrivando ai confini del mondo. Ma anche se il tuo sforzo è destinato a fallire,devi spingerti fin laggiù. Perché ci sono cose che non si posso fare senza arrivare ai confini del mondo.







RECENSIONE

Il libro si distingue in due vicende che procedono parallelamente a capitoli alterni, come già Murakami aveva fatto in “La Fine del Mondo e il Paese delle Meraviglie”.
Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto (Kafka) e un vecchio con l'ingenuità e di un bambino (Nakata).
I due si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo e inconsapevolmente sono diretti nello stesso luogo, Taka-matsu, nel Sud del Giappone.
Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga da una sconvolgente profezia, che riecheggia quella di Edipo cioè: <Ucciderai tuo padre e giacerai con tua madre>.
Il vecchio, Nakata, fugge invece da un delitto sconvolgente che lo vede come autore. Infatti mentre trascorre la sua vita tranquilla con i suoi gatti, commette un efferato omicidio.
Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, ognuno vaga schivando i numerosi ostacoli trovati sul cammino che li condurranno al compimento del loro destino.
Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca; una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel; i gatti; e infine Kafka.

Giorgio Amitrano commenta questo libro dicendo: “Questo è il romanzo che consacra Murakami come uno dei più grandi narratori contemporanei.” 

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