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mercoledì 14 marzo 2012

La Ragazza dello Sputnik - Haruki Murakami 1999


<<Un romanzo intriso di suggestioni della pop art urbana e della vita metropolitana che s'innalza fin dalle prime pagine sopra il grigiore della quotidianità per descrivere personaggi ed emozioni>>.

“L'indice”

Sumire è una ragazza impulsiva, disordinata, generosa, con il mito di Kerouac e della scrittura. Myu è una donna matura, sposata, molto ricca e molto bella. Sumire ama Myu come non ha mai amato nessun ragazzo. E Myu parrebbe provare lo stesso sentimento, ma uno schermo invisibile sembra separarla dal sesso, e forse dal mondo. Riusciranno a incontrarsi o si perderanno senza lasciare traccia come lo Sputnik, condannato a vagare nello spazio per sempre? A raccontarci la storia è un giovane senza nome, prima studente, poi maestro elementare, innamorato di Sumire innamorata di Myu. E così i destini dei nostri tre protagonisti s'inseguono ma non si congiungono mai, simili a satelliti alla deriva per l'eternità.


NOTE A MARGINE


6
...in questa vita imperfetta abbiamo bisogno anche di una certa quantità di cose inutili.
61
...se c'è qualcosa che può essere spiegato con un solo libro, forse non merita spiegazione.
62
...non esiste al mondo nessuno che possa saperne su di me più di me stesso. Ma quando io mi trovo a parlare di me , è inevitabile che il mio narrato sia filtrato, manipolato, censurato dal mio io narrante, dalla sua scala di valori, dalla sua sensibilità, dal suo spirito di osservazione, nonchè da una serie di interessi concreti. Perciò, che gradi di verità oggettiva possiederà mai questo io che si racconta da sè?
142
Ci sono cose che non si scelgono.
152
La comprensione non è altro che un insieme di fraintendimenti.
155
Mi perdoni, signora, ma quando uno è colpito da una pistola , sanguina.
233
Così continuiamo a vivere la nostra vita, pensai. Segnati da perdite profonde e definitive, derubati delle cose per noi più preziose, trasformati in persone diverse che di sè conservano solo lo strato esterno della pelle; tuttavia, silenziosamente, continuiamo a vivere. Allungando le mani, riusciamo a prenderci la quantità di tempo che ci è assegnata, e poi la guardiamo mentre indietreggia alle nostre spalle. A volte, nel ripetersi dei gesti quotidiani, sappiamo farlo anche con destrezza.


RECENSIONE

L'inizio è un po’ lento a decollare ma forse contraddistingue questo romanzo, che sembra promettere meno di quanto poi in realtà manterrà, non bisogna farsi scoraggiare, presto la svolta catturerà l’attenzione, aggancerà l’interesse, sveglierà la curiosità.
Una voce narrante maschile, un giovane maestro innamorato di Sumire, giovane aspirante scrittrice col mito di Kerouac, che però non lo ricambia, pur considerandolo il suo vero, unico amico. Anche perché Sumire ha appena scoperto l’amore nella figura della misteriosa Myū, imprenditrice alle soglie della quarantina.
L’inusuale triangolo vivrà un’esperienza che cambierà le loro vite per sempre, portando alla luce ricordi, emozioni che si credevano sepolte definitivamente, paure, speranze, aspettative deluse e sogni, quando non addirittura incubi.
E’ sicuramente meno surreale di altre opere come Dance dance dance e L’uccello che girava le viti del mondo, e questo per alcuni può essere un pregio, per altri un difetto; io personalmente ho amato molto le atmosfere magiche che qui si ritrovano più soffuse (non per questo meno efficaci, solo più diluite), in particolare a partire dal punto di svolta della vicenda, che animerà il libro fino alla fine.
I personaggi sono molto ben delineati, sempre pieni di interrogativi, di dubbi e tormenti interiori, eppure mossi da uno spirito positivo, quello che deve spingerci ad accettare il cambiamento, a godere al massimo delle casualità della vita, anzi lasciando che ci insegnino qualcosa, che ci tramandino un messaggio, un segnale, un arricchimento interiore.
I paesaggi e le atmosfere non sono solo giapponesi (anche se parte della vicenda è ambientata a Tōkyō), perché il cuore dell’intreccio si svolge in un’isoletta greca situata tra Rodi e la costa turca, sottolineando ancora una volta l’amore di Murakami per le atmosfere occidentali, così come accade per l’estetica e l’edonismo spiccatamente europei, in particolare nel personaggio di Myū.
Altri “amori” di Murakami che non possono mancare, in primis la musica (molta musica classica, sopra tutti Mozart, con qualche sconfinamento nel novecento di Kurt Weill), poi la figura dello scrittore (o aspirante tale), e infine l’immagine del pozzo, presente in molti romanzi, qui solo marginalmente.
Murakami sempre in bilico tra realtà e sogno, romanticismo e modernità.  

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