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lunedì 5 novembre 2012

Kitchen - Banana Yoshimoto 1991

“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina…” Così comincia il romanzo di Banana Yoshimoto, Kitchen pubblicato con grande successo in Italia in prima traduzione mondiale da Feltrinelli (1991). 
È un romanzo sulla solitudine giovanile. Le cucine, nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, che riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la grande trovata di Banana è che la famiglia si possa, non solo scegliere, ma inventare. 
Così il padre del giovane amico della protagonista Yūichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità. 
Con questo romanzo, e il breve racconto che lo chiude, Banana Yoshimoto si è imposta all’attenzione del pubblico italiano mostrando un’immagine del Giappone completamente sconosciuta agli occidentali, con un linguaggio assai fresco e originale che vuole essere una rielaborazione letteraria dello stile dei fumetti manga.



RECENSIONE

Mikage, dopo la morte della nonna, con cui ha vissuto da sempre, si ritrova sola. 
Dopo il funerale, Yuichi, il fioraio dove la nonna di Mikage comprava sempre piante e fiori, la invita a stare a casa sua. Mikage all'inizio sembra titubante ma poi accetta volentieri.
Si trova così a dormire sul divano al nono piano di una nuova ma accogliente casa, con Yuichi e sua madre Eriko che "l'adottano" capendo il momento di difficoltà che sta passando. 

Moonlight Shadow invece è il secondo racconto che conclude il libro. E' un racconto a sè che non c'entra assolutamente niente con quello che si è appena letto. Cambia lo stile, l'ambientazione i personaggi.
Conosciamo subito Satsuki e Hitoshi, una coppia felice di ragazzi fino a quando lui e la ragazza di suo fratello muoiono in un incidente stradale. 
Satsuki disperata da questa morte tira avanti a vivere senza più emozioni e con il pensiero di Hitoshi sempre presente.
Un giorno mentre corre lungo il fiume incontra una strana ragazza Urara che le farà un regalo indescrivibilmente bello.

Lo stile di entrambi i racconti è scorrevole e quasi elementare, ma chiaro e pulito. però mi aspettavo grandi cose, e invece la Yoshimoto è stata deludente.. quando sono arrivata alla fine sia dell'uno che dell'altro ho pensato: "Beh! Tutto qui??"
Spero che sia dovuto soltanto dal fatto ch'era il suo primo vero romanzo.
Ci riproverò con "Il coperchio del mare".

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