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mercoledì 30 ottobre 2013

La pazzia di re Giorgio - Alan Bennett 1996

È raro il caso di uno scrittore di teatro estremamente sofisticato e complesso che raggiunge in pochi anni una vasta popolarità e vede addirittura una sua commedia, piena di sottili riferimenti storici, diventare un grosso film prodotto da una major di Hollywood. Ma è accaduto ad Alan Bennett con "La pazzia di Re Giorgio". Prendendo spunto dalla apparente follia di Giorgio III (temporaneamente risolta da un acuto medico di provincia e nel nostro secolo reinterpretata come un caso di porfirìa, malattia rara che nulla ha a che fare con lo squilibrio psichico), Bennett ha dato voce agli intrighi comici e sinistri che in quegli anni si svilupparono rigogliosamente attorno al re. Non vi è traccia, in queste pagine, della penosa cartapesta che di solito contrassegna il teatro di ricostruzione storica. Da Pitt a Fox, da Giorgio III al suo malevolo primogenito, il Principe di Galles, tutti parlano e agiscono con una vivezza che lascia stupefatti e ci fa subito riconoscere l’impronta di uno scrittore vero e quanto mai inusuale. Mentre la vicenda finisce per disegnare un perfetto apologo sul delirio non solo dei potenti, ma innanzitutto di coloro che gli vivono accanto.

RECENSIONE

Dopo aver letto "La sovrana lettrice" mi aspettavo qualcosa di diverso... Due orette di paura e grazie a Dio questo libro è finito..

Sono rimasta un po' delusa, sia per la storia in sé, che parla del potere e dei suoi mille e mille risvolti e giochi di potere a corte, sia per il fatto che è scritto in forma teatrale e questo me l'ha reso troppo poco coinvolgente. 


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