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giovedì 12 aprile 2012

Felicità - Will Ferguson 2002

Il compito di Edwin de Valu, giovane editor in una casa editrice americana, è quello di pubblicare manuali di autoaiuto, metter mano nella "pigna purulenta" di manoscritti che arrivano non richiesti in un flusso ininterrotto e di scrivere lettere di cortese rifiuto ai loro autori. Ed è proprio questa pigna purulenta che Edwin sta esaminando di corsa una mattina, prima di una riunione, scrivendo una lettera via l'altra, quando si imbatte in un dattilo elefantiaco, di mille pagine,intitolato Quello che ho imparato sulla montagna. 
Irritato, oltre che dalla mole, anche dal tono dell'autore, Edwin cestina il libro e manda via la lettera con con insolita solerzia prima di catapultarsi in riunione, dove, con orrore, scopre di dover trovare  un bestseller in tempi rapidissimi. E' così che, dopo diverse peripezie, il mostruoso dattilo diventa un libro che ai lettori promette aiuto in ogni aspetto della vita, dal peso al sesso, dall'alcool al fumo, dall'autostima al guadagno. In breve, promette di rendere tutti felici. Attraverso un inesorabile tam tam tra lettori, il libro esplode, ne vengono venduti milioni di copie e il mondo si trasforma in un luogo...dannatamente felice. Con il conseguente crollo di rami d'industria sorti per andare incontro alle insoddisfazioni dell'esistenza: palestre, centri fitness, moda, tabacco, alcool, droga, ecc. Con acutezza, sarcasmo e senso dell'umorismo Ferguson prende in giro il mondo dell'editoria, gli scrittori e i lettori di manuali di autoaiuto, la filosofia new age e lo spasmodico edonismo dei nostri tempi. Trecento pagine avvincenti come un thriller, ma anche colme di un'amarezza mascherata dall'ironia: la civiltà occidentale è cresciuta spinta dal desiderio di felicità che, se veramente raggiunta, sembra invece portare all'annullamento dell'uomo.


NOTE A MARGINE




41 Edwin aveva risposto alla domanda "La vita è un campo di..." in modo ampiamente prevedibile. A quanto pare la risposta giusta era qualcosa del tipo "fiori". Ma, come Edwin fu lesto a sottolineare, "i fiori crescono sulla merda per cui, ipso facto, la parola merda precede, sia dal punto di vista logico che da quello temporale, fiori.
87 Paura di morire e desiderio di sopravvivere, in un modo o nell'altro, sia pure attraverso i figli. O i nipoti. Una donchisciottesca ricerca di immortalità.
90 Nei ricordi qualcosa cambia sempre: certi dettagli scompaiono, altri si accentuano, altri ancora subiscono lievi trasformazioni.
176 "Edwin, qual è la parte della parola 'vaffanculo' che non capisci?"
216 "May, non so quale sia il senso della vita, ma una cosa la so: le frasi più importanti di tutto il linguaggio sono: 'se solo' è 'magari un giorno'. I nostri errori passati sono i desideri inappagati. Ciò che rimpiangiamo è ciò a cui aneliamo. E' questo a fare di noi ciò che siamo."
279 ...Nemo saltat sobrius, Jack! Nemo saltat sobrius." "James Boswell," disse Jack. "Gli uomini non ballano quando sono sobri."




RECENSIONE


Un libro avvincente, coinvolgente, divertente, che non lascia tregua...un po' come la vita frenetica di Edwin e tutte le vicende che lo accompagnano.
L'autore, Ferguson, ci vuole aprire gli occhi e allo stesso tempo vuole farci sorridere prendendo in giro le case editrici, i lettori e gli autori di manuali di autoaiuto, e credo che con la sua sottile ironia il messaggio sia piuttosto diretto.
Mi aspettavo però un finale diverso, ma forse perchè voto sempre per l'happy ending.


??? << Perché non farci un bel film?>> ???

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