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venerdì 5 ottobre 2012

Castelli di rabbia - Alessandro Baricco 1991



Il primo libro di narrativa di Baricco: il romanzo è ambientato nell'Ottocento, in una cittadina immaginaria, Quinnipak; è generoso nel presentare storie e personaggi, ciascuno con i suoi sogni e caratteri. E tra questi ci sono il signore e la signora Rail, che si amano di un amore tutto loro, e il bambino Penth con il suo amico Pekisch, e due bande che partono dagli estremi del paese per incontrarsi. La narrazione è costruita come un montaggio cinematografico e orchestrata come una partitura musicale.

NOTE A MARGINE


5 "Un giorno Dio disegnò le labbra di Jun Rail. E' da lì che gli venne quell'idea stramba del peccato."
38 Il sesso cancella fette di vita che uno nemmeno si immagina.
110 Dev'essere così, questa storia dei figli, pensò Horeau: nascono con dentro quello che, nei padri, la vita ha lasciato a metà.

RECENSIONE


Il mio terzo Baricco e quello che mi è piaciuto meno.
I personaggi principali all'inizio non riusciamo a distinguerli a pieno perchè Baricco ci fa conoscere contemporaneamente più storie che alla fine si uniscono e chiudono il cerchio ma che non portano a una vera e propria trama.
Troviamo una moglie innamorata che poi tradisce il marito con suo figlio, un uomo che ascolta una musica che sente solo lui, un orfano troppo grande per una giacca, una vedova che non è mai stata sposata, un architetto, una vetreria e una locomotiva. Tutto è troppo mischiato e tutto comunque nel suo giusto ordine, ma nulla porta a una vera conclusione.
Purtroppo non è sicuramente un libro avvincente e non regge per nulla il confronto con, per esempio, Novecento.

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